Medioevo

Arezzo Tuscany Dipinto raffigurante una veduta della città di Arezzo con paesaggio toscano su fondo oro zecchino. Tavola di legno. Dipinto di Silvia Salvadori "Medioevo contemporaneo" 21 x 11,5 Silvia Salvadori Tempera e oro zecchino su tavola di legno

Tuscany Landscape

On Medioevo

Testi a cura di: Anna Maria Parlato storica e critica d'arte

 

“In verità vi dico:/ dovunque sarà predicato il Vangelo, / nel mondo intero, sarà detto anche/ ciò che essa ha fatto,/ in ricordo di lei”‒ Matteo 26, 13

 

Emblema di una femminilità seduttrice e corruttrice, in quanto colpevole erede di Eva, Maria Maddalena ha dovuto, per riscattarsi, misconoscersi come donna e, secondo le leggende medievali, espiare la propria colpa nel deserto.

 

La vita eremitica la rese brutta ma casta, coperta solo dalla propria coltre di capelli che ricordavano l’innocenza di Eva ancor vergine nell’Eden perduto, tant’è che divenne fonte d’ispirazione per la scultura lignea di Donatello. Metafora della complessità dell’universo femminile è stata dea, peccatrice e santa in un solo archetipo: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e Marta, Maria di Magdala, colei che l’evangelista Luca definisce tormentata da sette demoni e che fu l’annunciatrice della Risurrezione, l’anonima peccatrice, che pianse ai piedi di Cristo a casa del fariseo Simone.

40x30 cm

Maria Maddalena viene spesso confusa con le altre Maria della storia di Gesù perchè coloro che hanno plasmato la Chiesa hanno voluto così. Hanno decretato che non ci fosse la possibilità di intravedere la forza di questa donna che aveva avuto l’ardire di essere pari del Messia. Gesù la scelse per essere la torre (il termine Magdala, in ebraico, significa torre) che tutti avrebbero visto da lontano e che avrebbe illuminato la via degli esseri umani. Gesù la scelse per essere il faro anche nei giorni che sarebbero seguiti alla sua morte. Maria Maddalena non fu una donna remissiva e passiva davanti al volere degli uomini. Lei aveva una voce, fatta di parole proferite con gentilezza ma decisione.

Fu una persona e una donna. Nacque per essere se stessa, per diventare il simbolo di una fede che può rinascere dagli sbagli. Ma una donna così forte seppe incutere timore in quegli uomini che decisero che lei avesse violato un codice comportamentale vecchio di secoli, non aderendo a nessun ruolo canonico. In un mondo interamente maschilista, Maria Maddalena andò controcorrente, sfidò le maldicenze degli uomini sulla sua reputazione di prostituta. Lei da leonessa ha combattuto ed è stata una anticonformista per l’epoca. Quando lei iniziò a preparare Gesù per la crocifissione, unse i piedi e i capelli di Cristo con un olio, il nardo. In tanti testi dell’Antico Testamento e della tradizione, di solito chi unge è colui che è superiore. Cristo che in greco vuol dire “colui che è unto”, scelse la Maddalena per farsi ungere, come se lui avesse accettato la sua superiorità. Questa è la conferma che Cristo sapesse che la Maddalena fosse abile nel tramandare l’insegnamento celato, l’insegnamento profondo, l’insegnamento femminile, lunare, che gli uomini non potevano capire completamente. La Maddalena immortalata nel dipinto della Salvadori, ha le fattezze di santa e nobildonna fiorentina, recante nella mano sinistra una rosa e nella destra il cofanetto degli unguenti. E’ una donna colta e raffinata con lo sguardo proteso verso il futuro che appare ancora incerto.

Dipinto di Silvia Salvadori © 2021 Tempera al tuorlo d'uovo su fondo oro zecchino.

L’artista ha ripreso la leggenda della Rosa-Croce nella quale si parla della Maddalena sposa di Cristo. Costei, infatti divenuta gravida, non poteva di certo restare a Gerusalemme e la leggenda non chiarisce se essa sia partita assieme alla Madonna alla volta dell’Asia Minore, ed in seguito si sia diretta verso la Francia, oppure se ― accompagnata da alcuni discepoli ― si sia imbarcata alla volta delle terre francesi.

Sta di fatto che, nella Francia meridionale, racconti velati narrano di una dinastia, quella dei Merovingi, che ha avuto origine da costei, e che sia sempre stata rigorosamente protetta da contaminazioni, ostilità o eventuali attacchi dottrinali. Alle spalle della Maddalena si intravede un paesaggio di reminiscenze fiamminghe in cui è immortalato questo viaggio i cui protagonisti sono dame e cavalieri.

Ogni singola opera della Salvadori è un racconto visivo, un viaggio poetico, inquietante e introspettivo tra i simboli della vita nei quali ogni osservatore può trovare elementi e spunti in cui riconoscere parte di sé e della propria storia, come in questo caso in cui una storia tutta al femminile può e deve diventare un riscatto per l’umanità intera. L’opera d’arte diventa un percorso di esplorazione sul quale perdersi per incontrare la parte più profonda di se stessi, è la summa della contrapposizione donna-uomo e dell’affermazione di una nuova identità femminile.

Santa Maria Maddalena

Maria Maddalena

Icone sacre su oro

On Medioevo
Sacred icon hand painted in tempera with egg yolk on a gold background Tempera and gold on wood  Painting by Silvia Salvadori Sacred Icon  Tempera gold painting 23 carat gold Tempera and gold on wood Sacred icon Tempera gold painting by Silvia Salvadori

Angelo musicante

Madonna con bambino e cardellino

Icona della Madonna

On Medioevo
Icona della Madonna del Bambino detta la “Madonna del Solletico”. Riproduzione d’Arte tratta da Masaccio eseguita da Silvia Salvadori utilizzando le antiche tecniche pittoriche della scuola senese di pittura. Tecnica originale dipinto a tempera al tuorlo d’uovo su fondo oro zecchino 23 k. Decorazione su oro eseguita interamente a bulino. Tavola di legno antica. 24,50 x 18,20 cm Riproduzione d’arte della Madonna del Solletico di Masaccio. Icona della Madonna con il Bambino. Uso della tecnica originale scuola senese. Dipinto a tempera al tuorlo d’uovo su fondo in oro zecchino 23 k, incisioni a bulino. Arte medievale. Dipinti e riproduzioni d’arte di Silvia Salvadori.

Icone sacre su oro

Madonna di Crevole

Angelo annunciante

Off Medioevo

Omaggio di Silvia Salvadori alla Città di Arezzo.

Dipinto realizzato con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. 15 x 15 cm Civitas Aretii. Stemma della Città di Arezzo. Tempera e oro zecchino. Incisioni a bulino con decorazioni su oro in stile medievale. Dipinto di Silvia Salvadori. Tavoletta eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. In questa opera è stato rappresentato lo stemma della città di Arezzo con il cavallo nero rampante. Tutto intorno si sviluppa una elegante decorazione in oro finemente puntinato che richiama i decori vegetali degli antichi codici miniati del XV secolo . Ogni aspetto è stato attentamente curato dalla cornice interamente decorata a bulino, alla corona muraria posta sopra allo stemma della Città. Dipinto di Silvia Salvadori. Stemma dipinto fondo oro a tempera e oro zecchino - 23 k - su tavola antica.

Madonna col bambino da Sano di Pietro

Madonna col bambino

Madonna di Crevole

Off Medioevo

Stemma della Contrada della Torre, Siena.

Dipinto realizzato con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. Stemma Contrada della Torre, Siena. Dipinto autografo di Silvia Salvadori Copyright © . Tempera su fondo oro zecchino 23k. Tavola antica. Tecnica originale della scuole senese di pittura del XIV sec.  dipinto di Silvia Salvadori. stemma dipinto su fondo oro a tempera e oro zecchino - 23 k - su tavola antica.

Madonna col bambino da Sano di Pietro

Lancia d'oro

Off Medioevo

Scrigno con Dama in abiti medievali a cavallo. Dipinto di Silvia Salvadori.

Dipinto realizzato con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. 13 x 13 cm Scrigno dorato in oro zecchino e inciso a bulino e raffigurante una Nobil donna a cavallo intenta ad attraversare un ruscello. Anche in questo piccolo dipinto, Silvia Salvadori non trascura nessun particolare. La Dama è dipinta con lo stile tipico della pittura di Simone Martini e indossa una delicata veste rosa con ricami in oro. Anche il cavallo indossa una montura finemente rifinita in oro. Sullo sfondo si intravede un paesaggio medievale tipico della campagna senese e sullo sfondo un borgo fortificato. dipinto di Silvia Salvadori tempera su fondo oro zecchino 23 k.

Angelo musicante

Icone sacre su oro

Annunciazione di Duccio di Buoninsegna

Off Medioevo

Scena di Caccia a cavallo con paesaggio medievale toscano. Dipinto di Silvia Salvadori.

Dipinto realizzato con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. 65 x 55 cm Questo dipinto realizzato dall’artista su commissione rappresenta una scena di caccia a cavallo ambientata in Toscana. La scena è stata ripresa da antichi arazzi francesi e da vedute di paesaggi del Primo Rinascimento. Al centro spiccano tre figure, due dame e un cavaliere a cavallo nell’atto di cacciare un cervo. Intorno alle figure principali si apre un paesaggio tipicamente toscano ricco di elementi botanici, caratterizzato da rigogliosi querceti, ruscelli , laghetti ricchi di flora e fauna. Sullo sfondo, si apre un cielo d’oro, contornato da voluminose nubi ad illuminare le dolci colline della campagna senese tra castelli medievali, piccoli borghi e antichi mulini. Silvia Salvadori, in questa sua ricca composizione, ha cercato di mettere in risalto l’elemento naturalistico poiché nel medioevo l’uomo aveva di fronte a sé un paesaggio complesso ed articolato, dove il bosco coltivato ("bosk", termine di origine germanica), occupava spazi di foresta spontanea e dove vigne, campi e prati creavano dei varchi nel manto vegetale. Oltre allo studio del paesaggio, Silvia ricrea amabilmente le vesti e le monture dei cavalli in perfetto stile medievale, utilizzando colori sgargianti e originali, ornati da decori che facilmente ritroviamo nei ritratti delle fanciulle e delle dame del tempo. Ogni animale di questa scena, vive in un suo contesto naturale, invitando lo spettare a contemplarne ogni singolo dettaglio. dipinto di Silvia Salvadori tempera su fondo oro zecchino 23 k.

Lancia d'oro

Biccherna, nozze gentilizie

Tentazione di Cristo sul monte

On Medioevo

Icona di Santo Antonio da Padova. Dipinto di Silvia Salvadori.

Icona sacra realizzata con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. Icona di Sant'Antonio da Padova dipinta a tempera su fondo oro zecchino. Decorazioni a bulino e a rilievo, tecnica della pastiglia. Dipinto di Silvia Salvadori. Commissione dipinto di Silvia Salvadori. tempera e oro zecchino su tavola antica.

Madonna col bambino

Annunciazione di Duccio di Buoninsegna

Icone sacre su oro

Off Medioevo

Madonna col Bambino, bottega di Duccio di Buoninsegna. Riproduzione d’arte di Silvia Salvadori.

Icona sacra realizzata con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. 60 x 39 cm RIPRODUZIONE D'ARTE di Silvia Salvadori - (da scuola Duccio di Buoninsegna). Madonna col Bambino. Icona sacra tempera oro. Icona attribuita alla scuola di Duccio di Buoninsegna. Dipinta con lo stesso stile pittorico di Duccio di Buoninsegna. Pittura di raffinata bellezza e qualità dipinta da Silvia Salvadori ed eseguita con lo stesso saper fare artistico utilizzando le stesse tecniche pittoriche della scuola senese. Secondo un’antica tradizione la Madonna col Bambino (Icona Duccio di Buoninsegna- Icone della bottega) venne fortuitamente scoperta da un contadino stupito dal fatto che i suoi buoi si fossero arrestati e inginocchiati di fronte alla sacra immagine, che era sistemata sotto un tettuccio, come in un devozionale tabernacolo viario. Tale miracolosa visione, avvenuta nel 1434, diede avvio alla venerazione della Madonna e portò alla concessione di papa Eugenio IV di costruire un ospizio destinato ai poveri e un’annessa cappella (1443), dalla quale si sarebbe in seguito sviluppata l’attuale chiesa della compagnia della Madonna della Grotta. Qui si conserva ancora un piccolo stendardo processionale, nel quale il pittore senese Sebastiano Folli - alla fine del seicento - rappresentò l’insolito miracolo, riproducendo anche la tavola in questione con la sua attuale forma centinata e la figurazione duccesca nei suoi tratti essenziali. Il polittico a cui apparteneva questa Icona della Madonna col Bambino è stato smembrato nel corso dei secoli, resta pertanto impossibile stabilire quale fosse la sua destinazione originaria e da quali e quante immagini di santi fosse accompagnato. Sulla base dei recenti studi e sulle ipotesi formulate da eccelsi studiosi quali Frederick Mason Perkins e Enzo Carli, questa opera è stata riconosciuta come opera concepita nella bottega di Duccio di Buoninsegna, inventata e impostata dal maestro, ma in larga parte dipinta da un suo allievo, che si ritrova anche in quella zona apicale della Maestà. Per l’esecuzione si possono verosimilmente supporre tempi prossimi all’avvio di quella grande impresa destinata al duomo di Siena, considerando pure il fatto che questa Madonna e altre opere simili dovettero servire come modello di riferimento per i giovani allievi operanti agli inizi del Trecento. A esempi del genere fecero infatti riferimento sia Simone Martini, in una iniziale e straordinaria Madonna col Bambino, sia Ugolino di Nerio con la Madonna Tadini Boninsegni. Museo Diocesano, Siena. tempera e oro zecchino puro su tavola antica di pioppo. Duccio di Buoninsegna (Siena, 1255/60 - 1319 ca.) Le prime notizie relative a Duccio di Buoninsegna sono del 1278 quando dipinse dodici casse per la custodia di documenti dell'Ufficio della Biccherna del Comune di Siena, andate successivamente perdute. Negli anni seguenti Duccio di Buoninsegna continuò ad essere citato come esecutore di opere per il Comune, nonostante fosse conosciuto come un cittadino particolarmente turbolento: restio a partecipare ad azioni di guerra in Maremma, a prestare giuramento agli ordini del Capitano del Popolo, e persino collegato a pratiche di stregoneria per le quali gli venne fatta una multa nel 1302. Non furono documentati gli spostamenti ipotizzati dagli studiosi di Duccio di Buoninsegna per spiegare le diverse componenti della sua cultura; se i viaggi ad Assisi e a Roma sembrarono molto probabili è più difficile sostenere la sua permanenza nel Mediterraneo orientale e a Parigi dove il Duch de Sienne o il Duch le Lombard citati in un testo potevano essere un omonimo di Duccio di Buoninsegna. La data di morte, tra il 1318 e il 1319, va collegata verosimilmente all'atto di rinuncia da parte dei sette figli all'eredità paterna. Furono perduti i primi lavori di Duccio di Buoninsegna per il Comune di Siena, l'opera più certa di questa fase giovanile era la piccola Madonna di Crevole, oggi al Museo dell'Opera di Siena. Seguirono: la grande tavola con Maestà conosciuta come Madonna Rucellai, oggi agli Uffizi e per molti secoli ritenuta opera di Cimabue, una vetrata circolare nell'abside del Duomo di Siena, la Madonna dei francescani (Siena, Pinacoteca), la Maestà di Berna (Kunstmuseum), la Madonna col Bambino e sei angeli della Galleria Nazionale di Perugia. Del 1308 fu invece il primo documento che menziona la commissione della grande tavola con Maestà conclusa nel 1311 per il Duomo di Siena, senza dubbio il capolavoro assoluto di questo pittore; tenuto conto però dell'impegno richiesto da un'opera di tale complessità, la critica attuale tende ad anticiparne la data di inizio. Rimossa dall'altare maggiore del Duomo e successivamente smembrata nel corso del Settecento, risulta sparsa nei musei di tutto il mondo mentre il corpus principale è nel Museo dell'Opera di Siena. Esso mostrava un artista capace di rinnovare profondamente la trama della pittura bizantina, attento al dato quotidiano e naturale reso con una gamma cromatica di grande intensità. Sono ascrivibili agli ultimi anni il Trittichetto della National Gallery di Londra e il Polittico n° 47 della Pinacoteca di Siena, molto compromesso quanto a conservazione e con larghi apporti della Bottega di Duccio di Buoninsegna

Madonna di crevole di duccio di Buoninsegna

Composizione floreale

Annunciazione di Duccio di Buoninsegna

Off Medioevo

Icone sacre dipinte a mano. Opere di Silvia Salvadori.

Icone sacre realizzate con tempera e foglia oro zecchino su tavola. Opere eseguite con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XIII sec. varie Icone su oro dipinte a mano. Pigmenti Cennino Cennini. Silvia Salvadori. Pittura su oro. Bottega d'Arte Toscana di Silvia Salvadori. Arezzo. Tavole medievali dipinte. Dipinti in stile medievale e rinascimentale, icone dipinte a tempera su fondo oro zecchino. La pittura tradizionale in uso dal medioevo e primo rinascimento in Toscana. Dipinti, icone e riproduzioni d'arte. Pittura su oro. Opere eseguite con lo stesso saper fare artistico della scuola senese, dipinti d'Autore unici. Icone dipinte a mano a tempera su fondo oro zecchino interamente inciso a bulino (tavola antica) secondo le antiche ricette pittoriche in uso dal XIII sec in Toscana. Dipinti su fondo oro. Dipinti realizzati attraverso l’uso di antiche tecniche pittoriche. Ogni opera viene dipinta su antichi supporti lignei. Per la pittura si utilizzano pigmenti in polvere di pregio. Le dorature sono realizzate per mezzo di sottili lamine d’oro zecchino. I motivi decorativi delle aureole e delle cornici sono interamente eseguiti mediante l’uso di appositi strumenti per orafi. Icona oro tempera dipinta a mano. Pigmenti Cennino Cennini. dipinti di © Silvia Salvadori. icona su oro dipinta a mano, Pittura su oro. Pigmenti Cennino Cennini. Dipinti e icone dipinte a tempera su fondo oro zecchino. tavole medievali dipinte. La pittura tradizionale in uso dal medioevo e primo rinascimento in Toscana. Pittura su oro. Dipinti, icone e riproduzioni d'arte. Bottega d'arte di Silvia Salvadori. Arezzo.

Annunciazione di Duccio di Buoninsegna

Madonna di Crevole

Santa Caterina d'Alessandria

Off Medioevo

Crocifissione di Duccio di Buoninsegna. Riproduzione d’arte di Silvia Salvadori.

Icona sacra realizzata con tempera e foglia oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec. 44 x 21 cm Icona sacra tempera oro. Dipinto di Silvia Salvadori. Icona della Crocifissione dipinta a tempera e oro zecchino su tavola antica secondo le antiche ricette della scuola senese e con lo stesso stile pittorico di Duccio di Buoninsegna. Fondo oro punzonato e inciso a mano. Dipinto su fondo oro. Oro zecchino 23 k. Tempera all'uovo, pigmenti pregiati. Tavola di legno antico. Utilizzo della stessa tecnica pittorica originale in uso nel XIV sec. Riproduzione d'Arte. Icona Arte medievale, Reinterpretazione della Crocifissione su modello della scuola senese ispirata a Duccio di Buoninsegna. Pittura medievale. Tempera su fondo oro zecchino, tavola antica, incisioni. Arte medievale icona. Crocifissione, ai lati la Vergine Maria e San Giovanni, al centro della scena Santa Maria Maddalena. Icona sacra, arte senese, fondo oro zecchino. Tecnica: tempera e oro zecchino. Icona sacra. Dipinto con lo stesso saper fare artistico della scuola senese, dipinto d'Autore unico. Icona dipinta a mano a tempera su fondo oro zecchino interamente inciso (tavola antica) secondo le antiche ricette pittoriche in uso dal XIII sec in Toscana. Dipinto su fondo oro. Dipinti realizzati attraverso l’uso di antiche tecniche pittoriche. Ogni opera viene dipinta su antichi supporti lignei. Per la pittura si utilizzano pigmenti in polvere di pregio. Le dorature sono realizzate per mezzo di sottili lamine d’oro zecchino. Reinterpretazione della Crocifissione - Riproduzione d'arte -su modello della scuola senese ispirata a Duccio di Buoninsegna. Tecnica Originale: Tempera su fondo oro zecchino, tavola antica, incisioni su oro zecchino. Riproduzione d'Arte. Reinterpretazione della Crocifissione su modello della scuola senese. Pittura medievale. Tempera su fondo oro zecchino, tavola antica, incisioni su oro zecchino. Fondo oro punzonato e inciso a mano. Arte medievale icona.

Santa Caterina d'Alessandria

Annunciazione di Duccio di Buoninsegna

Composizione floreale

Off Medioevo
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