San Francesco, icona tratta da Taddeo Gaddi

Icona di San Francesco. Riproduzione d’Arte tratta da Taddeo Gaddi.

Icona sacra realizzata con tempera e oro zecchino su tavola. Opera eseguita con le antiche tecniche pittoriche della scuola senese del XV sec.
Misure: 29 x 42 cm

Categorie: Medioevo senese

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Descrizione

Icona di San Francesco dipinta a tempera e oro zecchino su tavola antica secondo le antiche ricette della scuola senese. Riproduzione d'Arte. Icona, San Francesco riceve le stigmate. Riproduzione d'arte da Taddeo Gaddi (1295 – 1366). Arte medievale. Storia del dipinto: Taddeo Gaddi è stato un pittore italiano, figlio di Gaddo di Zanobi detto Gaddo Gaddi, fu nella bottega di Giotto dal 1313 al 1337, anno della morte del maestro. Padre dei pittori Giovanni Gaddi, Agnolo Gaddi e Niccolò Gaddi. Ebbe anche un quarto figlio, Zanobi, che sembra non intraprese la carriera di artista. Taddeo Gaddi fu probabilmente, come d'altra parte afferma Giorgio Vasari, il discepolo di Giotto con maggior talento o comunque quello che meglio riuscì a portare avanti lo stile del grande maestro Giotto.   Giorgio Vasari continua descrivendo Taddeo Gaddi nella Sue Vite "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori et architetti" scrivendo: "Mantenne continuamente Taddeo Gaddi la maniera di Giotto né però molto la migliorò, salvo che il colorito suo fu piú fresco e piú vivace che quel di Giotto, avendo egli tanto atteso a migliorare tutte le altre parti e l'altre difficultà di questa arte. Et ancora che a questa badasse, non poté però aver grazia di farlo. Laonde avendo veduto Taddeo quel che era facilitato in Giotto, et imparatolo, poté aver tempo di aggiugnere facilmente e di migliorare quella nel colorito. Fu egli con tenerissime lagrime da Agnolo e da Giovanni suoi figliuoli pianto, et in Santa Croce nel primo chiostro datogli sepoltura, non cessando infiniti amici et artefici compor sonetti et epigrammi in sua lode, lodandolo ne' costumi, nel giudicio e nell'arte, tanto quanto ancora lo lodarono nella esecuzione buona ch'e' diede al campanile di Santa Maria del Fiore del disegno lasciatogli da Giotto suo maestro....". Nel 1347 Taddeo Gaddi è ricordato in testa a un elenco dei migliori pittori di Firenze. Tra le sue opere la più importante è il ciclo degli affreschi con Storie della Vergine nella Cappella Baroncelli della Basilica di Santa Croce a Firenze (1328-1338). In quest'opera prestigiosa Taddeo Gaddi, dimostrò di aver messo a frutto gli insegnamenti di Giotto, disponendo con una notevole libertà narrativa le figure nelle scene, che risultano più affollate di quelle del suo maestro Giotto. Riprende inoltre la sperimentazione della prospettiva negli sfondi architettonici e giunge a risultatio anche arditi, come nella scalinata obliqua e spezzata nella Presentazione della Vergine al tempio. Altre opere sono: le formelle e le lunette con la Vita di Cristo e di San Francesco (oggi smembrate tra Firenze, Berlino e Monaco). Taddeo Gaddi fu collaboratore, secondo alcuni, al Polittico Stefaneschi (Roma). E ancora sono da ricordare l'icona della Madonna (Berna), l'icona della Adorazione dei Magi (Digione), le Storie di Giobbe (Pisa, Camposanto), l'icona della Madonna con il bambino in trono e angeli (Firenze, Uffizi), la Madonna del Parto (Firenze), il Polittico (Firenze, Santa Felicita). Da Giorgio Vasari gli viene accreditata anche la progettazione della ricostruzione del Ponte Vecchio, oggi messa in dubbio dagli studiosi, che si orientano verso Neri di Fioravante. Pur nell'ambito "giottesco", Taddeo Gaddi nelle opere più mature ha uno stile inconfondibile, con a volte effetti ricercati di luce notturna, quasi un unicum nella pittura trecentesca dell'Italia centrale. Gli impianti spaziali ricercati in alcune sue opere sono spesso maestosi e solenni, avvicinandosi in questo a Maso di Banco. I lineamenti dei volti delicati e morbidi sono indicativi dello sviluppo tardo dell'arte di Taddeo Gaddi. 
Autore: Firenze, Galleria dell'Accademia
Misure: 29 x 42 cm
Tecnica: icona San Francesco. Tempera su fondo in oro zecchino (tavola antica)

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